Cammino nella nebbia,
non vedo e sprofondo.
Corro, salto, lascio impronte,
la sabbia brucia, scotta.
L'acqua calda e limpida
mi fa divertire.
Cammino, cammino
e arrivo a destinazione,
felice di aver fatto
la mia prima camminata
sulla sabbia bollente.

Ringraziamenti:
Mi ha aiutato la mia cara maestra ed è dedicata al cammino sulla sabbia.


C'era una volta un pinguino di nome Tito, che aveva tanto freddo. La madre di questo pinguino pensava avesse i brividi, perciò gli dava un sacco di coperte ma lui continuava ad avere freddo.

Allora pensò che fosse un pinguino freddoloso e gli disse:
- "Tu non devi vivere qui con noi! Devi andare a vivere al mare, perchè sei un pinguino freddoloso. Ti darò una barca e tu partirai. Ti guiderà la balena Adelaide. Ora va!"

La mamma gli diede una barca e chiamò la balena Adelaide.
Il pinguino si allontanava sempre di più e la madre da lontano gli diceva:
- "La strada sarà lunga, sarà di quattro giorni! E la notte dovrai trovare riparo".

Lo ripeteva sempre dopo il sì del figlio. Ma il figlio si allontanava sempre di più e non le rispondeva.
Quando poi si fece notte il pinguino trovò riparo, mentre la balena era lì, sulla superficie del mare a dormire.

La mattina seguente si rimisero in cammino. Ma dopo un pò arrivò la madre di Adelaide che le disse:
- "Adelaide, devi venire con me! Tuo padre sta male, su forza andiamo!"
- "Ma devo aiutare il mio amico Tito!"
- "Lo aiuterai un'altra volta, ora andiamo!" disse la mamma di Adelaide e se ne andarono lasciando il pinguino da solo.

Lungo la strada incontrò una foca, la foca disse:
- "Ma cosa vedo? Un pinguino verso la strada che porta al mare! Buongiorno pinguino perchè è da queste parti?"

- "Devo andare al mare, perché sono un pinguino freddoloso".

La foca si mise a ridere:
- "Un pinguino freddoloso! Ah, ah, ah! Che ridere! Comunque ti aiuterò! Ma domani all'alba ti lascerò perché ci avvicineremo sempre di più al mare e io inizierò ad avere caldo, capito?"
- "Si, capito" disse il pinguino e partirono.
Erano in cammino e al pinguino Tito venne in mente di chiedere alla foca come si chiamava e quindi glielo chiese e lei rispose che si chiamava Masha e ovviamente Masha chiese a lui come si chiamava, lui rispose: "Tito, mi chiamo Tito". Ora che si erano presentati iniziarono a parlare da veri amici.
 La mattina seguente come previsto la foca se ne andò.

Il pinguino riprese il cammino e trovò subito degli ottimi amici: due delfini. Si presentarono immediatamente, il pinguino disse:
- "Io mi chiamo Tito e voi?"

- "Noi siamo i delfini Bibbils e Babbols, ti possiamo accompagnare ovunque tu voglia, tranne Polo Nord e Polo Sud"

- "Bene, io arrivo dal Polo Sud, ma devo andare al mare perché sono un pinguino freddoloso"

- "Bene allora ti accompagneremo noi due giorni di viaggio e arriveremo. Partiamo!"
Partirono. Dopo due giorni di viaggio arrivarono a destinazione.
La mamma del pinguino aveva ragione, quattro giorni di viaggio son tanti.
Al mare c'era tanto sole e il pinguino stava benissimo.

I familiari del pinguino sentivano la sua mancanza, allora ogni mese andavano a salutarlo. Gli dicevano ciao, lo abbracciavano e immediatamente se ne andavano perché per loro faceva troppo caldo.

    Fine.


Cammino nella vita degli anni
e cerco lo smeraldo,
la strada è lunga
e ci sono vari muri,
ma con difficoltà raggiungo la meta.
Sono arrivata al futuro
che ora è presente,
son felice e viaggio a lungo,
imparo nuove lingue
per fare la scrittrice.

Ringraziamenti:                        
Mi ha aiutato la maestra più brava del mondo: la mia, ed è dedicata al mio percorso!

C'era una volta una cicogna di nome Luci che volava, volava e volava in cerca di amici. 
Un giorno vide un albero spezzato e si posò lì.
Mentre si riposava vide una cucula allora pensò: "Magari diventerà mia amica, vado a parlarle", allora andò a parlare con la cucula. Andò dalla cucula e le chiese: "Vuoi diventare mia amica?" la cucula non rispose, allora richiese ma la cucula non rispose un'altra volta, allora richiese, richiese, richiese ma di nuovo la cucula non rispose. Allora si ripose sull'albero spezzato. All'improvviso la cucula si girò e parlò  velocissimo, disse: "Ciao, ciao, scusa, scusa, sono la cucula Dar"
 "Io sono la cicogna Luci e comunque non importa" rispose la cicogna 
"Volevo solo chiederti se volevi diventare mia amica"
"Ma certo che vorrei diventare tua amica, però facciamo un patto, visto che io stavo cercando un nido per mettere questo uovo, se vuoi diventare mia amica, posso mettere questo uovo nel tuo nido?"
La cicogna non voleva un uovo in più nel suo nido, ne aveva già tre , ma per diventare amica della cucula disse di si.
Allora, cicogna e cucula volarono verso il nido, con l'uovo della cucula. Arrivarono al nido della cicogna, posarono l'uovo della cucula e la cicogna Luci disse al marito che lui doveva covare le uova, compreso quello della cucula, per quest’ultimo giorno , perché lei doveva andare a svolazzare con la sua nuova amica.
Mentre svolazzavano, Dar spiegò a Luci cosa succedeva quando il piccolo di cuculo schiude l'uovo. 
Saputo tutto la cicogna disse: "No!! Devo far schiudere prima le mie tre uova! Andiamo!!!" e andarono il più velocemente possibile al nido della cicogna. Arrivate al nido della cicogna, Luci cercò di far schiudere almeno un uovo, mentre Dar spiegò tutto al marito della cicogna. Il marito saputo tutto aiutò sua moglie a far schiudere prima le loro uova e visto che Dar si sentiva in colpa li aiutò, così avevano un uovo a testa, da far schiudere. Finito si posarono sul nido a riposare.
Fecero in tempo! Quando si posarono sul nido contemporaneamente il cuculo, ruppe l'uovo! Il cuculo divenne amico dei tre cicognini. 
La cicogna insegnò alla cucula a covare. La cucula imparò velocemente a covare! Così di generazione in generazione le cucule sanno covare.

Ringraziamenti:
Questa storia l'ho scritta tanto tempo fa quando a scuola abbiamo studiato gli uccelli. In un esercizio abbiamo fatto le ombre cinesi degli uccelli e da lì mi è venuta l'ispirazione.


In uno paesello
nel cielo lassù,
c' era un castello
dipinto di blu.
Era circondato dal ghiaccio
con qualche fiorellino,
c'era un crepaccio
ma anche un bel giardino.
Là c'era tanta fretta
e regnava un re gentile,
si andava in bicicletta
ma solo ad aprile.
In mezzo alle viole
e alle margherite,
i bambini del re facevano capriole
e anche varie partite.
In mezzo al vento
che lascia una traccia
arriva un tartarughino lento
che deve stare attento alla faccia.
I bambini del re vedono sul tetto
un vecchio secchio
che spara un getto,
l' acqua mi riempe l' orecchio.

Ringraziamenti:
Mi ha aiutato l' insegnante
del dopo scuola: Ilaria.



Io danzo felice
con la mia animatrice,
si chiama Laura
e ha sempre paura.
La danza però non la fa spaventare
ma bene danzare,
prendiamo i complimenti
e niente fermenti.
Faccio con grazia un inchino
insieme al mio ballerino,
poi si inginocchia e mi bacia la mano,
con grazia come un sultano!

Ringraziamenti:
Mi ha aiutato la mia cara mamma,
e mi sono ispirata alle vacanze trascorse al villaggio
dove sono  andata in vacanza e dove ho ballato su
un palco davanti al pubblico.